“L’IA Può Avere un Effetto Preoccupante” – Così si è Espressa Nicole Junkermann Parlando della Benedizione e Maledizione dell’Intelligenza Artificiale

L’esperta d’investimento di capitali Nicole Junkermann parla dei suoi investimenti nel settore sanitario, dell’IA nella medicina e dell’impegno finanziario.

Signora Junkermann, il Ministero della Sanità britannico, sotto la guida di Matt Hancock, l’ha appena invitata a partecipare al comitato consultivo scientifico. Perché?

Ho incontrato per la prima volta il ministro nella primavera di quest’anno, quando ancora era responsabile dell'area tecnologica. Dopo circa due mesi ho ricevuto da lui una lettera in cui mi diceva che stava cercando un collegamento diretto con le giovani imprese e la scienza. Il ministro desiderava capire meglio come poter trasportare più rapidamente le innovazioni mediche nel sistema sanitario britannico e pertanto nella vita quotidiana delle persone.

Come intende aiutarlo?

Per prima cosa, l’interesse del ministro mi rallegra e mi onora profondamente. Insieme al mio team NJF Capital negli anni scorsi abbiamo effettuato alcuni investimenti in aziende del settore sanitario. Per la maggior parte si trattava di prodotti di previdenza e terapie preventive. La stretta collaborazione con i fondatori di queste aziende e gli scienziati ci ha portato molte esperienze, per esempio, relativamente a come il progresso medico può giungere il più rapidamente possibile dal laboratorio al paziente.

Questo è NJF Capital

La strategia

In qualità di esperta di lunga data nel campo degli investimenti di capitali, Nicole Junkermann gestisce una piattaforma di investimento propria, NJF Capital, per il capitale di rischio, gli investimenti diretti e gli immobili. Con il suo team a Londra si è specializzata nelle start-up nel settore dell’assistenza sanitaria. Nicole Junkermann distribuisce e controlla il rischio in modo consapevole attraverso la diversificazione. La sua attenzione è pertanto rivolta anche agli investimenti più difensivi nel settore della tecnofinanza o di altre aziende mature che rappresentano trasformazioni reali, come nel caso delle soluzioni software digitali.

Gli importi

I singoli investimenti si collocano in un intervallo tra un importo a sei cifre e una cifra in milioni a due cifre - in base al potenziale di sviluppo delle singole idee commerciali.

Gli inizi

Il primissimo investimento era ancora vera Old Economy: Nicole Junkermann conserva fino ad oggi un investimento nel terzo più grande rivenditore cinese di articoli sportivi Shanghai Really Sports.

Il 2018

Fino a oggi, nel 2018 ci sono state cinque transazioni – da ultima una exit in Fintech Revolut, che nel round di finanziamenti più recenti è stata valutata 1,5 miliardi di sterline.

E qualcosa di più concreto?

Ovunque in medicina sia possibile in futuro impiegare l’intelligenza artificiale, esistono punti di riferimento stimolanti. Se l’IA realizza la connessione dei dati dei pazienti e consente di elaborare risultati per terapie personalizzate in oncologia, questo interessa tutti: i pazienti possono essere trattati più velocemente e in modo più preciso. Le aziende farmaceutiche traggono vantaggio se i loro prodotti agiscono in modo mirato e al sistema sanitario torna utile se i trattamenti già costosi sono più efficaci. In breve, tutto questo si traduce in un aiuto per le persone e persino in un risparmio.

Un’ottica che sembra parecchio idealista.

Trova? Per me, l’idealismo e le considerazioni economiche non si escludono a vicenda. La particolarità dell’impiego dell’IA in medicina è che la nuova tecnologia può imprimere una forte accelerazione, per esempio nella composizione di focus group nelle fasi cliniche dei test per i nuovi farmaci. Questo consente di risparmiare molto tempo nello sviluppo di farmaci e terapie ed è molto efficiente. Inoltre, questo vale anche per le malattie molto rare e gravi che purtroppo oggi vengono spesso trascurate perché ritenute troppo costose e onerose. Desidero contribuire a risolvere questo dilemma e questo è possibile solo se le previsioni di successo sul piano umanitario e commerciale procedono nella stessa direzione.

A suo avviso, l’impiego dell’IA è totalmente positivo?

Assolutamente no. L’IA può avere anche un effetto di intralcio e potenzialmente danneggiare la nostra società se non si sviluppa una consapevolezza diffusa di cosa dobbiamo e possiamo attenderci dall’IA e soprattutto non si stabilisce dove definire anche i limiti etici dell’IA. Non è l’IA a dover trascinare le persone. Al contrario, sono le persone a dover sviluppare e utilizzare con astuzia l’IA. A questo scopo, come base abbiamo bisogno di un comportamento e di una cultura, un sistema di valori solido. Al momento troppe poche persone preposte si confrontano con la responsabilità di questo compito fondamentale.

Un esempio, per favore …

La protezione dei dati: i dati dei pazienti devono essere totalmente protetti! La dignità e l’integrità del singolo non deve essere lesa. Il fatto che enti statali vendano milioni di dati dei pazienti alle aziende farmaceutiche, come avviene negli USA, non deve assolutamente diventare lo standard internazionale. Questi dati sono importanti per il progresso medico, ma devono essere trasmessi solo limitatamente allo scopo. Al momento questo non avviene negli USA. Sono necessarie regole e limiti chiaramente definiti.

Se grazie all’IA fosse possibile trattare meglio anche malattie fino a oggi incurabili, questi pensieri non passerebbero necessariamente in secondo piano?

Dobbiamo sfruttare le possibilità offerte dall’innovazione, ma non dobbiamo mai abdicare alla nostra coscienza. Le persone non vogliono che la tecnica divori la loro vita. Per quanto concerne la medicina, questo significa che l’IA non potrà mai sostituire e non sostituirà mai il medico, bensì deve solo essere utile. Questo ha una forte dimensione etica. Dobbiamo identificare qui e oggi i valori che riteniamo importanti e difenderli, se necessario anche con determinazione.

Questa consapevolezza non sembra ancora essere molto diffusa, come è facile notare dal trattamento incauto dei dati  sui social media.

È così. I social media sono spesso il contrario della socialità: Me, myself and I – tutto gira attorno all’importantissimo Io. Oserei dire che la maggior parte degli utenti dei social media non si interessano né alla politica né alla società. Dobbiamo pertanto informare, informare, informare – e in questo sono coinvolta anche come madre. I grandi gruppi tecnologici come Google e Alibaba non si regoleranno né si limiteranno mai da soli. Occorre che questo sia ben chiaro.

Intanto, in quante imprese ha investito?

Al momento io (NJF Capital) ho 24 partecipazioni in dodici paesi. Tutte queste aziende perseguono un approccio internazionale.

Pretende sempre un posto nel consiglio?

Non obbligatoriamente. Indipendentemente da un posto in consiglio, NJF Capital presta il proprio aiuto soprattutto nella fase di crescita durante il reperimento dei capitali, la ricerca del personale e ovviamente siamo anche sparring partner strategici per il management in questione. Inoltre, a volte ci vengono richieste le virtù tipicamente tedesche come ordine e struttura.

E fate questo per tutte e 24 le imprese?

Nel nostro Team NJF Capital ci siamo specializzati per settori. Personalmente mi occupo soprattutto del settore sanitario.

In Germania siete impegnati soprattutto  in Optiopay. Perché?

Perché oltre all’idea commerciale, mi interessa profondamente anche la personalità del fondatore, in questo caso Marcus Börner, un imprenditore che si distingue per integrità e creatività.

“Sono chiaramente orientata al lungo periodo, accompagno gli investimenti in media per parecchi anni.” Nicole Junkermann

Optiopay rientra nella categoria della tecnofinanza?

Esatto. Se per esempio in caso di sinistro un’assicurazione paga un importo al cliente, con Optiopay questi ha la possibilità di ottenere il denaro non solo tramite bonifico ma anche in forma di buono. Da 100 Euro potrebbe così ottenere un buono del valore di 120 Euro. Optiopay a sua volta passa il buono e riceve una provvigione dal negozio online che emette il buono. Optiopay divide la provvigione con l’assicurazione. Il negozio online ottiene un vantaggio perché ha acquisito un nuovo cliente.

Per questo investimento, così come per  la start-up berlinese reBuy, un mercato online per dispositivi elettronici usati, si  tratta solo di fare soldi – o no?

Cosa che di per sé non è riprovevole. Entrambi i modelli commerciali – come mostrano i dati di crescita di Optiopay e reBuy – toccano il tasto giusto con i clienti. E questo mi rallegra in qualità di investitrice.

Le sue precedenti partecipazioni erano Songza, Dollar Shave Club e RelatelQ, che lei ha venduto a Google, Unilever e  Salesforce. Quando si separa dalle partecipazioni?

Ogni volta che un’azienda non necessita più del mio aiuto. Oppure quando con gli altri investitori viene decisa l’uscita a maggioranza. Al momento dell’ingresso non pianifico mai l’uscita. Sono chiaramente orientata al lungo periodo, accompagno gli investimenti in media per svariati anni.

Questo dovrebbe valere in particolare anche per  il suo impegno nella leggendaria agenzia di riprese nonché cooperativa di fotografi Magnum, nella quale 2017 ha acquisito quote quale primo investitore esterno. Le foto dell’agenzia di fama mondiale, come quella di James Dean sotto la pioggia a Times Square, le sono sembrate così notevoli?

Sono stata più colpita dalle fotografie storiche di Piazza Tienanmen a Pechino nel 1989, quando si è avuta l’impressione che il mondo si fosse fermato per  un istante. In qualità di giovane donna politicamente interessata, a quel tempo queste foto della Magnum hanno lasciato in me un’impressione duratura. In generale traggo grande ispirazione dall’arte e dalla fotografia. Si aprono nuove prospettive per un modo di pensare diverso. Nelle opere degli artisti e dei fotografi si rispecchia la loro posizione. I grandi fotografi di Magnum sono narratori moderni nel migliore senso del termine.

Pensa di poter essere di aiuto anche nella digitalizzazione dell’agenzia?

Forse. Magnum tuttavia rientra chiaramente nella categoria della passione e mi sono affezionata a questa agenzia al di là dell’investimento finanziario.

Signora Nicole Junkermann, mille grazie per l’intervista.

‘Questo articolo è stato originariamente pubbligato da Peter Brors, Handelsblatt

Frank Tobé